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Buddhismo Zen
Con il termine Zen (禅) ci si riferisce a un insieme di scuole buddhiste giapponesi che derivano per dottrine e lignaggi dalle scuole cinesi del Buddhismo Chán a loro volta fondate, secondo la tradizione, dal leggendario monaco indiano Bodhidharma. Per questa ragione talvolta si definisce Zen anche la tradizione cinese Chán, ma anche le tradizioni Sòn coreana e Thiá»n vietnamita. Etimologia del termine Zen (禅)Zen è la pronuncia nipponica del carattere cinese 禅. Nella manualistica occidentale questo carattere quando viene trascritto in caratteri latini per riportare la sua pronuncia cinese, seguendo il metodo pinyin viene indicato come Chán o in Wade-Giles Ch''an. È da tenere presente, tuttavia, che Chán (e Ch''an) (pronunciato [tÊ‚Ê°án]) è la restituzione del carattere in mandarino, lingua ufficiale della Repubblica popolare cinese, derivata a sua volta dal dialetto di Pechino già lingua ufficiale del governo cinese a partire dal XIV secolo. Tuttavia il carattere 禅 nel cinese medievale veniva, probabilmente, pronunciato come [dÍ¡Ê‘en]. Ed è molto probabile che i maestri cinesi dei pellegrini giapponesi, nonché i missionari cinesi della scuola Chán giunti in Giappone intorno al XIII secolo, pronunciassero questo carattere in cinese medio, da qui la resa in giapponese di Zen. Questo termine è dunque un prestito linguistico dalla lingua cinese medievale, e fu utilizzato fin dalla prima introduzione del Buddhismo in Cina per rendere, non solo foneticamente, il termine sanscrito dhyÄna che nell''insegnamento del Buddha indicava i graduali stati di coscienza caratterizzati da profonda comprensione che scaturiscono dall''esercizio del samÄdhi, ossia la concentrazione meditativa. In seguito, in diverse forme composte, qui sempre restituite in mandarino come chánsÄ“ng (禪僧, monaco meditante) e chánshÄ« (禪師, maestro di meditazione) divenne una definizione generica per una categoria di religiosi che si dedicavano specialmente alla meditazione. Sembra che in questo ambito sia nata la tradizione e che adotterà questo termine come vera e propria denominazione specifica del proprio lignaggio (cinese: ChánzÅng, giapponese: ZenshÅ« 禅宗, la tradizione del Buddhismo Zen). Origini e diffusioneLe scuole del Buddhismo Zen derivano per lignaggi, dottrine e testi strettamente (anche se con delle specifiche evoluzioni) da quelle del Buddhismo Chán fondato in Cina dal leggendario monaco indiano Bodhidharma. Furono trasferite nell''arcipelago giapponese da monaci Tendai di ritorno dai loro viaggi in Cina. Oppure, successivamente, trasferite da monaci cinesi missionari in Giappone. L''introduzione del Buddhismo Zen, come scuola autonoma, in Giappone ha avuto un processo piuttosto sofferto. Tali difficoltà non si riscontrarono tanto nel trasferimento di dottrine, testi e lignaggi quanto piuttosto nel rendere autonomo lo Zen dalla scuola Tendai. Il primo lignaggio Zen: SaichÅ e la scuola GozuSaichÅ (767-822), il fondatore del Buddhismo Tendai, introdusse nel IX secolo in Giappone anche gli insegnamenti del Buddhismo Chán BeizÅng (北宗, Scuola settentrionale) ricevendo, sempre in Cina, anche il lignaggio della scuola buddhista Chán denominata Niútóuchán (anche 牛é å®—, Niútóu zÅng), fondata da FÇŽróng (594-657), che scomparirà dalla Cina pochi decenni dopo ma che egli trasferirà in Giappone come scuola Gozu (牛é å®—, Gozu shÅ«). Le dottrine Chán erano quindi regolarmente studiate e praticate sul Monte Hiei, sede della scuola Tendai, fin dal IX secolo. Eisai, Dainichi NÅnin, Enni Ben''en e la scuola RinzaiNel XII secolo, il monaco tendai Eisai (1141-1215) studiò il Chán durante il suo secondo soggiorno in Cina, sotto la guida del maestro Xuan Huaichang (虛庵懷敞, giapp. Kian Esho, date sconosciute), appartenente al ramo Huánglóng (黃é¾, giapp. ÅŒryÅ«) della denominazione Línjì (臨濟, giapp. Rinzai). Tornato in Giappone, ebbe difficoltà ad insegnare tali dottrine al di fuori del contesto curricolare tradizionale previsto dal principale monastero Tendai, l'' Enryaku-ji. Nonostante questo, Eisai non uscirà mai dalla scuola Tendai. Un primo tentativo di una scuola autonoma Zen fu compiuto da un altro monaco tendai, Dainichi NÅnin (大日能å¿, morto nel 1196?)[1] che inviati due discepoli in Cina, ottenne il lignaggio cinese [2] dal maestro Zhuan Deguang (1121–1203) a sua volta erede del Dharma del maestro di denominazione Linji, Dahui Zonggao (大慧宗æ², 1089–1163) [3] fondando la Daruma shÅ« (é”磨宗). Un tentativo finito piuttosto male se consideriamo che, nel 1194, un decreto imperiale probirà le sue dottrine e distruggerà la sua scuola con i suoi monasteri [4]. Dopo gli importanti tentativi di Eisai e di Dainichi NÅnin, miglior successo lo ottenne Enni Ben''en (圓爾辯圓, anche ShÅichi Kokushi, 1201-1280) altro importante monaco tendai che studiò il Chán dapprima sul Monte Hiei, poi durante un pellegrinaggio in Cina da dove fu il primo a trasferire il ramo YÅgi (楊å², cin. Yángqí) della denominazione Linji, appreso sotto il maestro cinese WúzhÇ”n ShÄ«fàn (無準師範, giapp. Bujun Shipan o Bushun Shihan, 1177–1249). L''arrivo dei maestri cinesi e la fondazione dei primi templi ZenSe neanche Enni Ben''en si distaccò dalla scuola Tendai, il fatto che ricoprisse il ruolo di abate del prestigioso monastero TÅfuku-ji (æ±ç¦å¯º) [5], a Kyoto, diede grande prestigio alle dottrine Zen da lui insegnate. Ormai i tempi erano maturi perché alcuni maestri cinesi del Chán potessero giungere in Giappone: LánxÄ« Dàolóng (溪é“隆, giapp. Rankei DÅryÅ«, 1213-1278 ), fondatore, nel 1253, del monastero KenchÅ-ji (建長寺) a Kamakura; WùÄn PÇ”níng (å…€è´æ™®å¯§, giapp. Gottan Funei, 1197–1276), vissuto solo 4 anni in Giappone, dove ricoprì il ruolo di abate del tempio Kennin-ji ((建ä»å¯º), fondato da Eisai a Kyoto nel 1202; DàxiÅ« Zhèngniàn (大休æ£å¿µ, giapp. DaikyÅ« ShÅnen, 1214–1289), che fondò il monastero KinpÅzan JÅchi-ji (金å®å±±æµ„智寺) a Kamakura; infine Wúxué ZÇ”yuán (ç„¡å¸ç¥–å…ƒ, giapp. Mugaku Sogen, 1226–1286), che fu l''abate del monastero Engaku-ji (円覚寺) a Kamakura. DÅgen e i primi lignaggi autonomi dal TendaiNello stesso periodo, un altro monaco tendai nonché discepolo di Eisai, DÅgen (1200-1253), anche lui di ritorno dalla Cina dove aveva studiato sul Monte Tiantong (天童山 Tiantong shan) sotto la guida del maestro, di denominazione Caódòng, (曹洞) Rujing (如淨, 1163-1228), ottenne il certificato di "illuminazione" e il lignaggio di trasmissione (傳法, cin. chuánfÇŽ, giapp. denpÅ) della scuola Chán Caódòng. Tornato in Giappone nel 1225, DÅgen si trasferirà nel 1230 nel tempio Anyo-in (安養院) alla periferia di Kyoto, consumando una frattura definitiva con la scuola Tendai e fondando la scuola giapponese Zen SÅtÅ [6]. Le scuole del Buddhismo Zen, pur con delle differenze, conservano tutte la centralità della pratica meditativa denominata zazen (座禅), una minore attenzione allo studio dei sutra e una cura particolare (presente peraltro anche nelle altre scuole) nei confronti della trasmissione del "lignaggio" (戒脈, cin. jiè mài, giapp. kai myaku) che procede, secondo questa tradizione, mediante l'' ishin denshin (以心傳心, cin. yÇxÄ«n chuánxÄ«n, trasmissione "da mente a mente")[7] ovvero da maestro a discepolo senza l''utilizzo delle parole, ovvero per tramite di una intuizione improvvisa che genera l''illuminazione profonda (æ‚Ÿ, cin. wù, giapp. go o satori). Le scuole Zen Rinzai e SÅtÅ sono, unitamente alla associazione laica di derivazione Nichiren Soka Gakkai, le scuole buddhiste giapponesi più diffuse oggi in Occidente. La diffusione dello Zen in OccidenteÈ difficile stabilire quali siano stati i primi approfonditi contatti tra occidentali e il Buddhismo Zen. I flussi di immigrazione ed emigrazione tra i diversi continenti avviatisi in modo massicio sul finire del XIX secolo hanno consentito lo scambio di idee e culture non solo materiali. Il primo episodio di conversione formale di un occidentale al Buddhismo Zen lo si registra tuttavia nel 1906 quando la moglie di Alexander Russel avvia la prima pratica formalmente registrata di zazen e koan con il maestro Zen giapponese Shaku Soen (釈 å®—æ¼”, 1859–1919) giunto a Chicago nel 1893 su invito di circoli cristiani che promossero, in quell''anno, il World''s Parliament of Religion. Shaku Soen ebbe modo di conoscere, in quella occasione, i coniugi Russel e fu da questi invitato a tornare negli Stati Uniti nel 1905. Dopo Shaku Soen giunsero i suoi discepoli: D.T. Suzuki (鈴木 大拙 Suzuki Daisetsu, 1870–1966) nel 1899, Shaku Sokatsu (1869–1954) nel 1906 e Senzaki Nyogen ((åƒå´Ž 如幻, 1876-1958) nel 1905. Fu tuttavia il discepolo di Shaku Sokatsu, Sasaki Shigetsu (meglio conosciuto come Sokei-an, ä½ã€…木 指月-曹渓庵, 1882—1945) a fondare a New York, nel 1931, la Buddhist Society of America (poi ridenominata come First Zen Institute) che seguì fino alla sua morte nel 1945. Negli stessi anni operava, ma a San Francisco e a Los Angeles, Senzaki Nyogen che fondò diversi gruppi di meditazione Zen aperti ai giovani americani. Grande influenza sulla cultura occidentale la ebbe D.T. Suzuki attivo negli Stati Uniti dal 1897 al 1909 e poi durante gli anni ''50. Egli operò a LaSalle (Illinois), come traduttore e studioso, per la casa editrice Court Publishing Company di proprietà del cittadino americano di origini tedesche Paul Carus (1852‑1919), già conoscente dello stesso Shaku Soen. È comunque nel Dopoguerra che il Buddhismo Zen prende piede negli Stati Uniti, grazie anche al movimento beat. Bisognerà tuttavia aspettare la fine degli anni ''60 per vedere i primi maestri zen occidentali, tra questi vanno ricordati: Richard Zentatsu Baker (1936, di scuola Soto) attivo a San Francisco, Philip Kapleau (1912–2004, di scuola Sanbo Kyodan anche detta scuola di Harada Yasutani, sintetizza sia le dottrine Soto che quelle Rinzai) attivo a Rochester e Robert Aitken (1917, anche lui di scuola Sanbo Kyodan), attivo ad Honolulu. In Europa va ricordata l''opera del monaco di scuola Soto, Taisen Deshimaru (1914-1982) che fu tra i primi, sul finire degli anni ''60 a Parigi, a raccogliere intorno alla sua figura discepoli europei molti dei quali poi ordinati monaci. Le scuole del Buddhismo ZenScuola Zen Rinzai (臨濟宗, Rinzai shÅ«)La scuola Rinzai deriva dalla denominazione Línjì (臨済) del Buddhismo Chán. Il primo a trasferire dottrine e lignaggi di questa scuola fu il monaco giapponese d scuola Tendai Eisai di ritorno dal suo secondo viaggio in Cina. Dopo essere stata a lungo inglobata nella scuola Tendai, lo Zen Rinzai divenne una scuola autonoma a partire dal XIII secolo. Questa separazione si realizzò proprio grazie ai maestri cinesi di scuole chán línjì (臨済), LánxÄ« Dàolóng, fondatore, nel 1253, del monastero KenchÅ-ji a Kamakura; WùÄn PÇ”níng, abate del tempio Kennin-ji a Kyoto; DàxiÅ« Zhèngniàn che fondò il monastero KinpÅzan JÅchi-ji a Kamakura; infine Wúxué ZÇ”yuán che fu l''abate del monastero Engaku-ji a Kamakura. Questi maestri, che furono per lo più invitati dalle autorità di governo giapponese, insegnarono lo Zen Rinzai con le relative dottrine e pratiche esattamente come era impartito nella Cina del XIII secolo. Con gli shogun Ashikaga lo Zen Rinzai ottenne ulteriori riconoscimenti e protezioni da parte del governo. Dopo aver subìto influenza dalla scuola Zen Obaku, fu riformata da Hakuin Ekaku (ç™½éš æ…§é¶´, 1686-1769) il quale eliminò le pratiche nenbutsu proprie della scuola Obaku, centrando le dottrine e le pratiche Rinzai sullo studio dei kÅan e sullo zazen. Tutti i maestri Zen Rinzai conservano oggi nel loro lignaggio il nome di Hakuin. Scuola Zen SÅtÅ (曹洞宗, SÅtÅ shÅ«)Questa scuola fu fondata dal monaco tendai DÅgen (é“å…ƒ, 1200-1253) quando nel 1230, trasferendosi nel tempio Anyo-in (安養院) alla periferia di Kyoto, avviò la separazione con la scuola Tendai. La dottrina di questa scuola è riportata nell''opera di DÅgen, lo ShÅbÅgenzÅ (æ£æ³•é™è”µ, La Custodia della Visione del Vero Dharma) e consiste nella pratica dello zazen secondo la modalità denominata shikantaza (åªç®¡æ‰“å, Solo sedersi). Oggi questa è la scuola Zen più importante del Giappone con circa quindicimila templi e trentuno monasteri. Appartenente a questa scuola fu Haku''un Yasutani (安谷白雲, 1885-1973), fondatore della SanbÅ-KyÅdan (三å®æ•™å›£) una scuola Zen che cerca di coniugare il SÅtÅ con il Rinzai e che si è diffusa in Occidente. Scuola Zen Fuke (普化宗, Fuke shÅ«)La scuola Zen Fuke origina da un movimento di ex samurai itineranti denominati komusÅ (è™šæ— åƒ§, lett. monaco della vacuità). I monaci komusÅ, già di osservanza Rinzai, vivevano di elemosine suonando il flauto shakuhachi (尺八), indossando un cappello fatto di canne che gli oscurava buona parte del volto, questo rappresentava la loro pratica meditativa denominata suizen (å¹ç¦ª). La scuola Zen Fuke vantava le sue origini dal monaco cinese di scuola chán PÇ”huà (普化, giapp. Fuke) vissuto durante la Dinastia Tang da cui la scuola prende il nome. PÇ”huà, contemporaneo e stretto amico di Línjì Yìxuán (臨済義玄, giapp. Rinzai Gigen, ?–866), fu un maestro dai comportamenti iconoclasti e gioiosi, uso a camminare cantando al suono di una piccola campana. Secondo questa tradizione la scuola Fuke fu portata in Giappone da Shinchi Kakushin (心地覺心, 1207–1298); secondo gli studiosi [8]invece tale scuola nacque in Giappone durante l''Era Tokugawa. Vietata dal Governo imperiale nel 1871 la scuola scomparve. Testo storico di questa scuola fu il Kyotaku Denki (è™šé“Žä¼ è®°, Campana della vacuità) opera del XVIII secolo. Scuola Zen ÅŒbaku (黃檗宗, ÅŒbaku shÅ«)La scuola Zen ÅŒbaku è una delle tre scuole Zen esistenti oggi in Giappone. La sua nascita la si deve al monaco cinese chán di tradizione Línjì (臨済), YÇnyuán Lóngqí (隱元隆ç¦, giapp. Ingen RyÅ«ki, 1592-1673) giunto in Giappone nel 1654. Questa scuola è molto simile allo Zen Rinzai conservando tuttavia alcune peculiarità cinesi proprie del suo fondatore. Innanzitutto una maggiore attenzione ai sutra rispetto alla scuola Rinzai versata principalmente allo studio dei kÅan, in secondo luogo alla pratica del nenbutsu tipiche della scuole della Terra Pura già inserite in Cina nella scuola Chán da ZhÅ« Hóng (æ ªå®, 1535-1615) nel XVI secolo; infine l''osservanza dei precetti del CÄturvargÄ«ya-vinaya (四分律 Shibunritsu) e non solo quelli del BrahmajÄlasÅ«tra (梵網經 BonmÅ kyÅ) come è tradizione invece per le scuole Zen Rinzai e SÅtÅ e per la scuola Tendai. Influenzò profondamente la scuola Rinzai fino a quando la riforma attuata da Hakuin Ekaku (ç™½éš æ…§é¶´, 1686-1769) non eliminò dalla scuola Rinzai la pratica del nenbutsu a favore del solo studio dei kÅan e della pratica dello zazen. I fondamenti dello ZenLa dottrina buddhista Zen si fonda, come lo stesso Buddhismo Chán da cui strettamente deriva, sul rifiuto di riconoscere autorità alle scritture buddhiste (sutra). Questo non significa che lo Zen rigetti le scritture buddhiste anzi, alcune di esse come il Sutra del Cuore, il Vimalakirti Nirdesa Sutra o lo stesso Lankavatarasutra, sono spesso utilizzate durante le funzioni religiose e nella formazione dei discepoli. L''unica autorità che il Buddhismo Zen riconosce e su cui fonda il proprio insegnamento è tuttavia la particolare esperienza che viene indicata come æ‚Ÿ (satori o go, "Comprensione della Realtà") o anche 見性 (kenshÅ, "guardare la propria natura di Buddha" ovvero "attualizzare la propria natura ''illuminata''"). Questa esperienza non viene semplicemente identificata come "intuizione" piuttosto come una esperienza improvvisa e profonda che consente la "visione del cuore delle cose" la quale risulta essere identica alla "natura di Buddha" (佛性 busshÅ). Tale "natura di Buddha" è la natura di tutta la realtà, del cosmo e del Sé e corrisponde alla stessa vacuità (空 kÅ«) indicata dall'' EnsÅ (円相), un simbolo dalla forma circolare tra i più significativi dello Zen. Collegate a tale dottrina è possibile trovare numerose pratiche appartenenti a campi eterogenei. Origine e fondamento delle arti e della cultura, lo Zen ispirò la poesia (haiku), la cerimonia del tè (cha no yu o chadÅ), l''arte di disporre i fiori (ikebana), l''arte della calligrafia (shodÅ), la pittura (zen-ga), il teatro (NÅ), l''arte culinaria (zen-ryÅri, shojin ryÅri, fucha ryÅri) ed è alla base delle arti marziali (es. aikido, karate, JÅ«dÅ), dell''arte della spada (kendo) e del tiro con l''arco (kyudo). Obiettivo e contenuto delle dottrine Zen è dunque realizzare il satori il quale non corrisponde al nirvÄṇa obiettivo delle scuole del Buddhismo dei Nikaya: se quest''ultimo si presenta infatti fondamentalmente come rinuncia al mondo e distacco da esso, il satori si propone una partecipazione attiva e consapevole al mondo anche se percepito nella sua dimensione di vacuità. Lo Zen evita la speculazione intellettuale e si distingue anche dalle altre scuole buddhiste mahÄyÄna per aver reso centrale la pratica meditativa (zazen) nelle sue forme di shikantaza o accompagnata dallo studio dei kÅan. Principali monasteri Zen in Giappone
Note [modifica]
Bibliografia
Voci correlate
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